sabato 28 aprile 2012

Evoluzione storica dell'istituto della Farmacia

Il libero esercizio della farmacia fu istituito in Italia da Crispi nella riforma del 1888, l'esercizio della farmacia divenne così un bene patrimoniale liberamente trasferibile a chiunque, anche non farmacista, l'unico limite era la presenza di un farmacista direttore della farmacia. Questa mancanza di limiti e vincoli portò ad una elevata concentrazione degli esercizi farmaceutici nei grandi centri e la separazione tra proprietà dell'azienda e conduzione professionale.
Nel 1913, per ovviare all'incongruenza di affidare a privati l'intera gestione di un pubblico esercizio (quale quello farmaceutico), la riforma Giolitti affermava il principio per il quale l'assistenza farmaceutica è un'attività primaria dello stato. Le farmacie vennero così date in concessione governativa ad personam, per cui non potevano essere comprate, vendute ed ereditate. Tutte le titolarità erano acquisite esclusivamente per pubblico concorso, seppure gli eredi dei titolari di farmacie erano palesemente favoriti nei concorsi. Inoltre la riforma introdusse per la prima volta la Pianta Organica delle sedi farmaceutiche, per garantire una omogenea distribuzione degli esercizi farmaceutici.
La riforma del SSN di Mariotti, nel 1968, introdusse l'ereditarietà delle farmacie e la loro vendita e cessione. Istituì la figura del titolare in cui la gestione economica coniugasse quella professionale e il diritto di prelazione da parte dei comuni sul 50% delle farmacie da mettere a concorso.

Nel 1984, per ovviare al problema dei rari e lenti concorsi per acquisire l'idoneità alla titolarità, si introdusse la possibilità di conseguire tale idoneità anche mediante la certificazione di almeno due anni di pratica professionale.
Il 1991 è l'anno in cui si ha un riassetto del settore farmaceutico e si estende la titolarità anche a società di persone, si introduce il criterio urbanistico nella pianta organica e si abbassa il limite di popolazione per farmacia.
L'ultima riforma che riguardò il settore, prima della venuta di Monti, fu la Riforma Bersani del 2006. La principale innovazione fu la possibilità di vendita degli OTC (farmaci da banco) e gli SP (farmaci senza obbligo di ricetta) al di fuori delle farmacie, in esercizi commerciali con la presenza di un farmacista abilitato e iscritto all'ordine (parafarmacie e corner), dando la possibilità di effettuare sconti su questi prodotti. Inoltre la riforma previde un limite a quattro per gli esercizi farmaceutici posseduti da una stessa società di persone.
Oggi il concetto di liberalizzare la vendita dei farmaci si è ampliata e, notizia di giorni fa, l'AIFA ha individuato circa 200 farmaci di classe C (con obbligo di ricetta, ma totalmente a carico dei pazienti) che potranno essere commercializzati anche in esercizi commerciali diversi delle farmacie. Inoltre l'ultima manovra ha abbassato il rapporto farmacie:abitanti a 1:3300 (parametro unico) e quindi ha previsto l'apertura di molte nuove sedi farmaceutiche.

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