
La riforma del SSN di Mariotti, nel 1968, introdusse l'ereditarietà delle farmacie e la loro vendita e cessione. Istituì la figura del titolare in cui la gestione economica coniugasse quella professionale e il diritto di prelazione da parte dei comuni sul 50% delle farmacie da mettere a concorso.
Nel 1984, per ovviare al problema dei rari e lenti concorsi per acquisire l'idoneità alla titolarità, si introdusse la possibilità di conseguire tale idoneità anche mediante la certificazione di almeno due anni di pratica professionale.
Il 1991 è l'anno in cui si ha un riassetto del settore farmaceutico e si estende la titolarità anche a società di persone, si introduce il criterio urbanistico nella pianta organica e si abbassa il limite di popolazione per farmacia.
L'ultima riforma che riguardò il settore, prima della venuta di Monti, fu la Riforma Bersani del 2006. La principale innovazione fu la possibilità di vendita degli OTC (farmaci da banco) e gli SP (farmaci senza obbligo di ricetta) al di fuori delle farmacie, in esercizi commerciali con la presenza di un farmacista abilitato e iscritto all'ordine (parafarmacie e corner), dando la possibilità di effettuare sconti su questi prodotti. Inoltre la riforma previde un limite a quattro per gli esercizi farmaceutici posseduti da una stessa società di persone.
Oggi il concetto di liberalizzare la vendita dei farmaci si è ampliata e, notizia di giorni fa, l'AIFA ha individuato circa 200 farmaci di classe C (con obbligo di ricetta, ma totalmente a carico dei pazienti) che potranno essere commercializzati anche in esercizi commerciali diversi delle farmacie. Inoltre l'ultima manovra ha abbassato il rapporto farmacie:abitanti a 1:3300 (parametro unico) e quindi ha previsto l'apertura di molte nuove sedi farmaceutiche.
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