Una evidente discontinuità rispetto
alla passata gestione è la propensione del Sindaco e della sua
giunta a partecipare a quasi tutte le occasioni pubbliche e ad essere presente in consiglio comunale. Dove, tralaltro, il sindaco Aquino non si sottrae
mai ad un intervento o ad un'interrogazione. Si potrebbe pensare che
non avendo la maggioranza in consiglio il suo sia un atto dovuto, ma
è in ogni caso qualificante avere un sindaco che ascolta le
discussioni (ache se a volte sterili e qualunquiste) del consiglio
comunale e che appena interpellato dà sempre risposte, magari non
condivisibili, ma comunque mai negate. Netto è il contrasto con chi
sembrava snobbare il consiglio comunale non ritenendolo, forse, degno
della sua presenza, se non in rare occasioni.
Altra nota positiva è l'apertura del
consiglio comunale alla diretta web, che permette di seguie i
dibattiti anche se non fisicamente presenti. Pur con la
consapevolezza che la trasparenza dell'amministrazione comunale è
ben altra cosa, è un fatto positivo e al passo coi tempi.
Apprezzabili e condivisibili sono gli interventi attuati per una internalizzazione del servizio di mensa scolastica, e si spera che la spesa di
20.000 euro, per l'acquisto di un miniescavatore
per la manutenzione di strade, scarichi, fognature e reti idriche, possa portare alla gestione diretta di questi lavori, e quindi ad un sicuro risparmio per l'ente!
In questi mesi è stata palpabile la grande voglia di rivincita
dell'intera cittadinanza, parte è
sicuramente figlia dell'entusiasmo di una campagna elettorale vinta,
alla quale però va sommata la parte di cittadini che ha da sempre
lottato per una città migliore! In ogni caso nell'ultimo decennio non si è mai registrata tanta partecipazione, per questo un ruolo, anche solo di
incoraggiamento, è doveroso riconoscere alla figura amichevole di
Mauro Aquino, che già col solo merito di non ostacolare fa tanto, anche
alla sua immagine. Ammirevole è la dedizione di tutti quei
cittadini, che volontariamente, mettono a disposizione tempo e
competenze per la propria città. Certo alcuni sono esperti del
sindaco altri no; alcuni possiedono un ufficio arredato in un palazzo
pubblico altri stanno altrove; alcuni sono geni visionari altri sono comuni
mortali; alcuni hanno dedicato da sempre parte del loro tempo
gratuitamente alla città di Patti altri hanno iniziato adesso che il
sindaco è della parte loro gradita; qualcuno si fa chiamare
direttore ad altri invece puoi dare semplicemente del tu; di molti si
conosce il contributo che danno di altri non si è ancora capito; qualcuno ha perso l'entusiasmo e ha smarrito quasi subito la
vocazione volontaristica altri continuano disinteressatamente con sempre più passione...
Una grave tendenza che, invece, preoccupa è la propensione di spostare il centro del paese verso il mare. Assistiamo ormai ad
uno spopolamento non solo del centro storico (quello è avvenuto da
tempo), ma anche di piazza Marconi e di via Trieste. La questione è
stata sollevata sia in consiglio che in un incontro pubblico, ma
l'esito è stato vano.
La perdita di un vero centro della città è
un problema economico, sociale e culturale e bisognerebbe porvi
rimedio! Lo slogan di un paese solo centro e senza periferie rischia di distruggere una città per creare tanti piccoli paesini...
Un tema che sembra stare a cuore a
molti, trovando ampio spazio in più consigli comunali sia in
question time che come oggetto di delibera, è la questione della
ipotetica costruzione di una casa circondariale. Seguendo le
discussioni, a detta di entrambi gli schieramenti basterebbe la
presenza di un carcere a Patti per risolvere tutti i problemi
relativi all'occupazione e alla debilitata economia del paese.
Sebbene sia doveroso cercare di non
perdere gli uffici (tribunale in testa) presenti sul territorio, appare limitativo e in controtendenza con la volontà espressa in
campagna elettorale (ma inaspettatamente in continuità con la
vecchia gestione) il voler caparbiamente continuare a puntare sul
settore terziario (da tempo in crisi) per lo sviluppo del paese!
Per questo pare incomprensibile come
quest'argomento possa aver avuto così tanto spazio, mentre si
registrano minimi interventi per quel che riguarda l'artigianato e
l'industria e non si ha nemmeno traccia di provvedimenti per favorire
il settore primario dell'agricoltura.
Altro tema caldo del periodo natalizio è stata la questione sulla stabilizzazione del personale
precario del comune. Per la cronaca dopo due sedute consiliari e un po' di
incomprensioni tra maggioranza e minoranza si è approvato un
documento in cui, in parole povere, si chiede alla regione di
provvedere a legiferare in materia, in quanto il comune sarebbe
pronto a fare la sua parte per stabilizzare i precari. Tenendo
presente che chi ha lavorato per decenni, svolgendo spesso mansioni
nemmeno di sua competenza, ha acquisito un diritto e non può essere
buttato in mezzo alla strada, ed evidenziando che le assunzioni
dovrebbero essere fatte secondo un metodo differente, magari in base
alle competenze e alle necessità dell'ente, ci si dovrebbe chiedere di chi siano
figli questi lavoratori. Per quale motivo in un comune con un
esubero di personale in tutto questo periodo si è riscontrata la
necessità di prendere e mantenere altri lavoratori esterni? Perchè
se davvero indispensabili questi lavoratori non siano stati già regolarizzati? Il fatto è che la malapolitica e i cattivi
politicanti hanno agito, e agiscono, solo per interesse
personale e per ottenere consenso e clientele. Le persone che per ingenuità o per semplice bisogno cadono in questi
tranelli, credendo alle false promesse, rimangono per anni in un limbo
dal quale difficilmente ne escono, ma pur consapevoli di tutto ciò sono sempre pronte a rivotare il "protettore" di turno sperando nella sua benevolenza.
Una questione che sembra, invece, non importare a nessuno è quella del conflitto di interesse, o magari
definendole meno brutalmente, delle inopportunità che fanno urtare
la sfera professionale e quella pubblica del sindaco. Probabilmente,
causa una stampa locale un po' distratta, pochi sanno che un famoso
processo, andato a conclusione pochi mesi fa, ha condannato in
cassazione, per reati connessi alla mafia, un conoscutissimo
concittadino pattese che, tra l'altro, ha avuto un ruolo primario
nella passata campagna elettorale. Leggendo la sentenza si scopre che
la città di Patti era parte civile nel processo e che alcuni degli
imputati, tra cui il pattese, erano difesi dallo
studio di cui è socio l'avvocato Mauro Aquino.
Ribadendo
che non si riscontra alcun tipo di reato, è però lecito chiedersi
se sia una questione eticamente corretta e soprattutto piacerebbe
conoscere come si comporterà lo studio legale del sindaco se
dovessero ricapitare vicende giudiziarie in cui è coinvolto il
comune di Patti.
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