Fatto sta che andavo in prima elementare, per un bambino di 6/7 anni avevo un'idea abbastanza chiara di cosa fosse la mafia, ricordo che a fine giornata scolastica una frase detta delle mia maestre di allora mi colpì profondamente, tanto da aver generato fino ad oggi in me diversi interrogativi e orientato alcune scelte: "quando la mafia fa cose di questo genere significa che è debole, dobbiamo avere più paura quando la mafia non si vede e non si sente..."
Ovviamente la frase è da considerarsi nel contesto di una maestra che tenta di parlare e di rassicurare una classe e un bambino di sei anni su una situazione e un tema tanto difficile da spiegare!
Sarà perchè le cose imparate da bambini ti entrano dentro e ti accompagnano per tutta la vita, ma credo che questa frase esprima una grande verità, anzi due! La prima è la più palese, se nessuno si opporrà al malaffare e alle mafie sicuramente non ci saranno morti per strage, ma non ci sarà nemmeno una vita degna; la seconda è che in una terra come la mia quando niente si muove e la tranquillità sembra non destare nessuno è sicuro che l'affarismo ha vita facile!
Con questo ovviamente non si vogliono invocare più stragi, ma un maggiore senso civico e di libertà perchè è auspicabile non avere eroi, ma cittadini consapevoli!
« Né il Paese né la magistratura né il potere, quale ne sia il segno politico, hanno saputo accettare le idee di Falcone, in vita, e più che comprenderle, in morte, se ne appropriano a piene mani, deformandole secondo la convenienza del momento.[...] Non c'è stato uomo la cui fiducia e amicizia è stata tradita con più determinazione e malignità. Eppure le cattedrali e i convegni, anno dopo anno, sono sempre affollati di "amici" che magari, con Falcone vivo, sono stati i burattinai o i burattini di qualche indegna campagna di calunnie e insinuazioni che lo ha colpito »
Ilda Boccassini, Maggio 2002
23 Maggio 1992 ore 17:58
Giovanni Falcone
Francesca Morvillo
Vito Schifani
Rocco Dicillo
Antonio Montinaro
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